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Espinasse31 for Delano Miami

MOSTRA
26 FEBBRAIO - 1 APRILE, 2019
VERNISSAGE
22 MARZO, 2019

Considerata una delle città d’arte più vivaci e poliedriche degli Stati Uniti, Miami è nota per la sua energia e i suoi colori che giocano un ruolo principale nell’estetica artistica e nel flusso culturale dei visitatori che attrae ogni anno.

Esagerata e piena di tendenze provenienti da tutta l’America e dai Caraibi che hanno ricevuto una nuova attenzione dalla popolarità dello status di celebrità, Miami esalta l'invenzione sincretica di forme artistiche che si adattano al patrimonio culturale di ciascuno con le tante altre che si sono incontrate.

Testimone di questo scambio artistico dinamico e originale, la residenza d’artista milanese Espinasse 31 con l’esposizione “Espinasse31 for Delano Miami” racconta l’identità di due artisti, il cubano Carlos Luna e l’americana Jenny Perez, di discendenza cubana e domenicana, che con la loro migrazione e il loro background culturale, contribuiscono a rendere lo stile di questa città inconfondibile.

Influenzato dal cubismo europeo, dal New Realisme messicano e dal barocco latino americano, Carlos Luna si approccia all’arte fin da bambino, mantenendo, in tutte le sue opere, ben radicate le sue origini. I suoi dipinti sono delle vere e proprie narrazioni visive che, attraverso immagini colorate ricordano le tradizioni e gli stilemi della sua amata Cuba. I ricordi musicali dell’infanzia trascorsa nelle campagne di Sain Luis e Pinar del Rio affiorano nella sua pittura calligrafica, ridondante di elementi geometrici e intrecci, tipici dell’oreficeria medioevale,  accompagnati da un fiorire di disegni fittizi e giocosi.

La sua identità cubana assume  infatti personaggi, storie, musica e la vitalità delle sue collezioni del passato dell'isola, l’immagine rurale del “guajiro a cavallo” e del “gallo kikiriki” sono due tematiche ricorrenti che dipingono tutto lo spettro dei sentimenti della sua vita familiare trascorsa nella rurale Cuba. L’icona del “Gallo”, esposto in scultura in acciaio inossidabile, rappresenta l’alter ego dell’artista, nonché simbolo della personalità e reputazione di tutti i cubani che, con coraggio e spavalderia affrontano tematiche e problemi più grandi di loro.

Indubbiamente Cuba ha avuto un grande ruolo nella storia culturale ed economica, che supera di gran lunga la sua posizione geografica. Meta di grandi artisti europei, è anche stata terra di partenza per molti suoi nativi: dopo essersi formato a l'Academia de San Alejandro, alla Scuola Nazionale di Artes Plasticas e all'Instituto Superior de Arte all'Avana, Carlos decide partire a Puebla, in Messico, per avere la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi artistici. Nelle sue sculture in mostra, “War Giro” e “Floretito” riconosciamo infatti anche gli stilemi tipici dell’arte messicana, che evidenziano una pittura istintiva, collettiva, sociale, contrapposta all’aristocratica pittura da cavalletto e pronta a svelare l’esistenza di un’identità culturale.

Osservando l'arte come una metafora, Luna sfida i preconcetti del pubblico fornendo ripetute opportunità di riscoprire ciò che è stato rappresentato prima su superfici diverse e attraverso altri effetti visivi. In mostra vengono esposti due arazzi “Sometimes” e “Hearthbreaker” della sua produzione Jacquard Tapestry, metafora di una dicotomia tra oscurità e luce che allude alla tensione e alla negoziazione necessaria per la condivisione dei regni  tra Esu e Olodumare della dinastia religiosa cubana degli Yoruba.  L'arazzo si rivela un mezzo ideale per catturare tali dettagli e creare un campo profondo di strati intrecciati, alternando colori vibranti e cupi.

Come una nuova alfabetizzazione visiva religiosa, i suoi arazzi invitano il pubblico a cercare una comprensione più profonda del messaggio divino e a riflettere sulla relazione tra due importanti archetipi religiosi: Olodumare ed Esu. I loro attributi comprendono i principali paradigmi morali della filosofia Yoruba, sottolineando la natura fondamentale, tradizionalmente binaria del bene e del male. La cultura universale di questo grande artista gli permette di far riferimento a un intero passato, spaziando tra temi cosmogonici e apocalittici, senza mai mancare di contrassegnare le opere con un carattere di originalità. Fortemente innovative sono infatti la serie dei suoi lavori esposti su carta “Untitled”, dove immagini e simboli continuano a informare il suo processo creativo, arricchendosi di influenze aggiuntive che fanno parte della sua vita a Miami.

Accomunata a Carlos per la condivisione della stessa città, Jenny Perez è una giovane artista, considerata uno dei nuovi talenti della street art americana. Selezionata da Armani Exchange per la presentazione della sua capsule collection #ST_Art for Ax Armani presentata durante la Miami Art Week del 2017,  Jenny dipinge spontaneamente l’amore per l’arte, riconoscendo nella urban art una forma di progressione della street art: “Dipingere significa per me rappresentare spontaneamente ciò che sento, molte volte in maniera caotica e disordinata, ma è proprio questo connubio di spontaneità e disordine che definisce il tipo di artista che a me piace essere”.

In mostra al Delano troviamo due suoi diverse produzioni: “Milano Black”, con opere realizzate durante la sua permanenza nella residenza milanese di Espinasse 31, nell’inverno 2016/2017 e  “Neither Here Nor There”, quattro opere esposte in anteprima, facenti parte di un ciclo ancora in produzione di quindici opere.​

Il ciclo “Milano Black” testimonia l’esperienza personale vissuta dall’artista per cinque settimane nella metropoli italiana: “questi dipinti raccontano una storia di una ragazza - quella ragazza  sono io. L’ esperienze di una ragazza che entra nella sua femminilità, percepisce quel cambiamento e ciò che ne consegue”. Per catturare l’essenza di un inverno trascorso nella città gotica milanese, Jenny utilizza una tavolozza di colori più scuri e profondi, contrastando la vivacità delle tinte tropicali, utilizzate di solito per i suoi skyliner americani. Come Carlos rappresenta identità cubana con il simbolo del gallo, Jenny  consolida il suo legame con l’Italia, dipingendo nel suo “Finding Love Milano” l'icona italiana "Valentina" dei fumetti di Crepax: ho trovato la sua storia interessante e volevo esplorare la mia curiosità sul suo personaggio e sul suo essere testimone di un movimento che ho sempre molto apprezzato - un movimento orientato verso l'empowerment delle donne e della sessualità femminile”. ​

I quattro acrilici su tela del ciclo “Neither Here Nor There” sono invece un’esplorazione sul subinconscio umano e indagano il rapporto tra l’essere umano, la materia e il tempo. Ispirandosi all’artista surrealista Salvator Dalì, Jenny esplora i propri sogni, esponendo gli “spazi altri” che appaiono tra uno spazio e l’altro: “Questi dipinti sono essenzialmente i riflessi di ognuno di noi durante il sonno, una conversazione che alla fine esplora l'esistente in più dimensioni contemporaneamente. Salvador Dali diceva che quando dormiamo in questo mondo, siamo svegli in un altro e che questi stessi spazi, sonno – risveglio, vita – morte, sono fondamentali per trovare fonti di creatività, surrealismo e divinità”.

APERTURA MOSTRA

26 Febbraio – 1 Aprile 

Delano Hotel, Miami Beach

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